La parola yoga contiene due radici sanscrite, quindi, in essa, sono racchiusi due possibili significati. Uno di essi è “meditare”, o “trascendere”, (come nel samadhi yoga), l’altro è “congiungere”. Generalmente, chi pratica yoga, attribuisce a questa parola il significato di congiungere, unire. Secondo la fonte più autorevole, Patanjali, lo yoga consiste nel limitare le fluttuazioni della mente. Quando la disciplina e il controllo vengono meno, l’io si identifica con il flusso continuo dei pensieri e Avidya, l’ignoranza, prende forma. Lo scopo ultimo di questa disciplina è la conoscenza, la liberazione dalla schiavitù generata dalle passioni, un mezzo pratico che ci porta a comprendere il carattere illusorio delle percezioni sensoriali e del mondo fenomenico. Per gli Induisti, lo Yoga è il congiungimento della parte con il tutto, del microcosmo con il macrocosmo. In egual misura, nelle pratiche yogiche cristiane e musulmane, lo yoga rappresenta l’unione con Dio. Nella pratica yogica buddhista il fine è di fondere la goccia di rugiada dell’aspetto individuale della mente con il mare splendente dell’unica Mente, ossia, trascendere l’universo delle esistenze fenomeniche per arrivare al Nirvana, la Conoscenza Suprema. Lo yoga è, in tutte le sue forme, un processo che coinvolge l’uomo nelle parti più profonde e intime.
surya